La sagoma di un’ala conficcata in una ingessatura, da cui spuntano le dita di un piede. All’interno della sagoma (nella realizzazione reale, proiettate) lembi di prodotti scaduti come concreta presenza del passato. A fianco, proiettata sul muro, la sagoma bianca dell’ala sinistra, e una candela che, in moto inverso, cresce bruciando lentamente in 24 ore, fino a congiungersi alla fiammella in alto. Alla mezzanotte il lampo, e tutto il ciclo riprende. Nel suo lento crescere, la candela brucia, assorbendolo, il presente, e, nel modificarsi della sagoma da bianca a nera, proietta il futuro. In quanti luoghi possiamo trovarci contemporaneamente e quante dimensioni ci è dato esperire?
Il soggetto è intuibile solo per mezzo della sua forma stilizzata, che è ala d'angelo biblico, ora saldamente conficcata in una ingessatura che mostra la forma di un grosso piede. Impossibilitata a muoversi, è divenuta stele del tempo e desiderio di leggerezza, mentre ciò che la trattiene non è prigione, bensì sostrato che sorregge. L'ala – frammento/sagoma è riuscita a impigliare lembi di prodotti scaduti e il tutto si presenta come somma, miscellanea, miscuglio del passato, nel quale i frammenti delle ali terrestri e celesti hanno la stessa valenza dei frammenti dei prodotti della nostra quotidianeità.
“Condensazione della civiltà, l'ala d'angelo non ha perso la sua forza suggestiva e questo perchè essa nel nuovo contesto è diventata, formalmente, simbolo più ampio, assai più generale: è lama che taglia è stele che accoglie i graffiti, è logo di moda, è simbolo di status sgradevole, come l'angelo in sé è concetto di grazia. Infine, i lembi citati mostrano codici a barre, oggetto di scansione e del trascorrere, ma anche richiamo quasi correlativo-oggettivo (i suoi segmenti netti) alle piume. A fianco, proiettata sul muro, si impone una sagoma alata ed entro questa scorgiamo una candela, che moto inverso, cresce bruciando in 24 ore, fino a congiungersi alla fiammella in alto; così facendo assorbe il presente e nel suo modificarsi proietta il futuro che è ritorno al passato: ala pura d'angelo, trasparente, evanescente.”
(Lorenzo Lorenzi)
l’angelo scaduto
GESSO, METALLO E TELA, 2006